Antonio Scaccabarozzi

Merate, 1936 – Santa Maria Hoé, 2008

Biografia

Nato nel 1936 a Merate nel Lecchese Antonio Scaccabarozzi non farà mai parte dell’ambiente dell’Accademia di Brera ma lavorerà in parallelo ai grandi artisti milanesi degli anni 60. Molti di loro diventano suoi amici e con loro, negli anni a venire, esporrà soprattutto in Germania. I lavori del primo periodo del suo rientro in Italia riguardano la tematica dell’Equilibrio Statico-Dinamico, chiari riferimenti al suo innamoramento giovanile per il Neoplasticismo arrivando a toccare, ma raramente, anche forme di oggetti cinetici. Proprio la creazione di movimento attraverso la  luce sarà il motivo che porterà alla nascita di elementi posizionati sulla tela. La stessa problematica, vale a dire il comportamento della luce che crea volumi, geometrie e superfici costantemente diverse, spinge Scaccabarozzi ad agire con la fustella praticando sulla tela piccoli (o più grandi) elementi incisi ma ancora agganciati alla tela e parzialmente sollevati: fustellati. Il successivo sviluppo della propria opera assumerà il titolo di prevalenze. Punti, dapprima monocromi, poi colorati, disposti sulla tela o tavola in un ordine che segue una definizione matematica. Il risultato è altamente poetico e assolutamente in linea con gli esperimenti che molti artisti effettuano fin dagli anni 60. Insieme a Paolo Minoli e Nato Frascà, sotto la guida di Alberto Veca, forma il gruppo di Interrogazione Sistematica. Mentre lavora sulle Prevalenze incontra una personalità che sarà determinante per la sua avventura artistica: Antonio Calderara. La stima del grande artista si tramuterà in contatti con gallerie all’estero, soprattutto in Germania e Svizzera. Antonio Calderara fornisce, potremmo dire, il passaporto alle opere di Scaccabarozzi: Fustellati e Prevalenze partecipano a tantissime mostre all’estero. Dopo anni di dedizione alla razionalità si libera dal concetto e dalla forma del punto e decide di sperimentare ogni forma possibile di misurazione. Misura, in modo proprio, Linee Quasi Rette, Distanze Reali e Distanze Rappresentate, il Peso di frammenti di colore che incolla su tela o su carta, Dichiara la superficie di carta che graffia con un oggetto appuntito, stabilisce la quantità di colore che inietta nella tela iniezioni o l’acqua colorata in cui immerge un tessuto immersioni, conta quante volte scrive una parola sulla carta, sulla tela. Il periodo delle misurazioni si esaurisce quando l’artista sente il bisogno di liberarsi dai calcoli e da ogni forma evidente e obbligata di schema prestabilito. Nascono così le quantità libere. Quantità di colore su varie superfici senza più il bisogno di precisare, di quantificare, di misurare. Ricerca, quindi, Gallerie, fuori tendenza, che possano apprezzare e difendere il suo nuovo lavoro. In Italia le vecchie collaborazioni (come per la Galleria Lorenzelli di Bergamo) si concludono, i contatti con le gallerie ancorate ai lavori degli anni 70 si perdono definitivamente. Gli anni ’80 rappresentano un momento molto particolare della vita artistica di Scaccabarozzi. Il pittore, perché tale è, si avvia su una strada assolutamente propria senza alcun riferimento a correnti d’arte esistenti pur rimanendo sempre pienamente informato del divenire artistico internazionale. In quegli anni si reca anche a New York e visita tutti gli importanti musei e le istituzioni artistiche della città. Le quantità libere di colore portano Scaccabarozzi ad un nuovo, per lui, materiale: i fogli di polietilene. Leggerezza, trasparenza, versatilità del materiale lo affascinano; i fogli di polietilene gli aprono un nuovo modo di esprimersi. Le quantità di inchiostro blu stese su polietilene trasparente sono opere molto esposte e apprezzate in Germania ma completamente trascurate, ignorate, in Italia. Seguono polietileni di molti altri colori, di grandi e grandissime dimensioni, esposte per la prima ed ultima volta a Brema, negli anni 90. Il corpo della pittura, steso su una superficie trasparente, dà la possibilità di vedere il colore isolato e proprio da questa osservazione l’artista viene spinto a creare un amalgama di colla e colore che, quando asciuga,  diventa qualcosa come l’ossatura della quantità! Queste opere vengono chiamate essenziali. Anche gli Essenziali vengono esposti principalmente in Germania, alla galleria Hoffmann di Friedberg e a Saarbrucken. Il grande ritorno alla “plastica” avviene alla fine degli anni novanta. Il problema della trasparenza, di quello che si vede e si percepisce DI QUA’ e quello che sta DI LA’ sono le questioni più grandi che pone l’artista. Gradualmente i fogli di polietilene vengono trattati come se fossero strati di colore. Sono fogli che fluttuano nello spazio, appesi e tenuti in ordine da un sottilissimo filo di naylon. Anche questi lavori trovano rari acquirenti in Italia mentre a Badenweiler la storica galleria di Louise Krohn dà spazio e voce a questa espressione. Louise Krohn, importante  e sapiente personaggio, percepisce, nei fogli di polietilene, la stessa anima dei raffinatissimi acquerelli (quantità di colore) dell’artista.

Alla morte della signora Krohn subentra il figlio, Ekke Duiz, che saprà abbracciare e sostenere questo tipo di lavoro. Collezionisti vicino all’area di Basilea si innamorano di quel corpo di lavori che presto viene chiamato, genericamente, le plastiche. Le velature, colore ad olio dato a sottilissimi veli su un colore di base steso su tela o cartone telato potrebbero essere l’omaggio all’illustre antenato.

Mostre principali

Tra le sue mostre: Galerie Ernst, Hannover, Germany, 1971, Galerie Thomas Keller, Munich, Germany, 1974, Galerie Seestrasse, Rapperswill, Switzerland, 1974, “Prevalence”, Galerie Lydia Megert, Bern, Switzerland, 1976, “Paintings”, Galerie Swart, Amsterdam, Netherlands, 1978, Galerie Hoffmann, Friedberg, Germany, 1982, Galerie Katrin Rabus, Bremen, Germany, 1982, “Antiono Scaccabarozzi”, Galerie Luise Krohn, Badenweiler, Germany, 1992, “Antiono Scaccabarozzi: Retrospective 1965-1993”, Galerie Hoffmann, Friedberg, Germany, 1993, “Essentials, Work in Progress”, Galerie Krohn, Badenweiler, Germany, 1995, “Dirnaichner – Scaccabarozzi”, Galerie Ucher, Cologne, Germany, 1996, “When Horst Schuler” with Stéphane Bordarier, Citadellstrasse 10, Düsseldorf, Germany, 1999, “Antonio Scaccabarozzi: Body of the work and depth of the gaze”, Kunsthistorisches Institute, Bonn University, Germany, 2001, “Günther Holder, 2004 “Antonio Scaccabarozzi”, Galerie Katharina Krohn, Basel, Switzerland,2004, “Antonio Scaccabarozzi”, Cairn Gallery, Pittenweem, United Kingdom, 2004, “Antonio Scaccabarozzi: Banchise”, Sleeper, Edinburgh, Scotland, 2004, “Antonio Scaccabarozzi, Polietilene”, House of Art, Ceské Budejovice, Czech Republic, “Raumwechsel 5”, Kunstraum Alexander Bürkle, Freiburg, Germany, 2006, “Antonio Scaccabarozzi, Yellow of Naples”, Galerie Katharina Krohn, Basel, Switzlerland, 2007, “Homage to Antonio Scaccabarozzi”, Galerie Katharina Krohn, Basel, Switzerland, 2010, “Antonio Scaccabarozzi: Variable”, “Antologica 1965-2008”, Galleria P420, Bologna, 2011, Fondazione Antonio Calderara, Vacciago, Italy, 2012, “Misurare la quantita’ e no”, Galleria Clivio, Parma, Italy, 2015, “Destinazione presente”, 10 A.M. Art, Milano, 2018, Vo[i]ler Couleur, MAC (Museo d’Arte Contemporanea di Lissone)/Galleria Clivio, 2018. Nel 2019 è presente presso la Pinacoteca Albertina della Accademia Albertina a Torino alla mostra collettiva “La pittura in testa” – Tracce di un workshop

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